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Nascono dall’impasto di uova, formaggio, pane raffermo grattugiato, noce moscata e scorza di limone, schiacciato poi nell’apposito ferro. Dalla classica forma di vermicelli, sono rigorosamente cotti in brodo.
“Bastoncini” di pasta fatti a mano, conditi con sugo di pomodoro, salsa di verdure, ragù di salsiccia, prosciutto o funghi porcini. Il loro nome deriva dall’antico augurio “a soffocarsi” che i capi famiglia facevano al prete del paese ogni qualvolta le loro mogli gli cucinavano questo piatto.
Piatto a base di stomaco di manzo bollito. Si ricordano le ricette al pomodoro (con olio, limone, vino Sangiovese, sedano, carota, cipolla, peperoncino, sale e pepe) e quella alla parmigiana con salsa di pomodoro e abbondante aggiunta di formaggio grana.
Piccante e saporito. La superficie esterna è sovente protetta con olio di oliva e conserva di pomodoro.
Piatto povero oggi è il più rappresentativo della cultura alimentare romagnola; variante al pane.
Vino rosso per eccellenza. Le prime notizie risalgono al lontano ‘600; si narra che durante un banchetto tenuto nel Monastero dei Frati Cappuccini in Santarcangelo di Romagna, alla presenza di Papa Leone XII ed illustri ospiti, fu servito questo vino prodotto dagli stessi monaci. Fu proprio un monaco a dargli il nome di “Sanguis Jovis” ovvero Sangue di Giuda (Sangiovese).
E’ un vitigno a “bacca bianca” che produce un vino leggero da consumarsi entro l’anno successivo alla vendemmia. L’origine risale ai periodi Etrusco e Romano. Ha un colore giallo paglierino, più o meno intenso; il suo profumo ricorda sentori floreali, erbe e fiori di campo.
Ecco le principali fonti di alimentazione contadina di un tempo, poi gradualmente “dimenticati” e riscoperti in anni recenti per il loro “gusto antico”. Si ricordano il corbezzolo, la corniola, la giuggiola, la nespola, la sorba, l’azzaruola e le numerose varietà di pere e mele, come la pera volpina e la mela cotogna.
Dolce povero di antichissima tradizione, si presenta come una torta biscottata alta come una crostata, a base di miele, scorza di limone, arance, farina di grano e mais, frutta secca e uvetta, latte, uova burro e vino. Alcune varianti propongono anche aggiunte a base di spezie, cacao e farina di castagne. fine pasto
E’ un vitigno a “bacca bianca”, la cui origine sembra risalire ai tempi romani. Il suo nome deriva probabilmente da una delle migliori qualità di uva chiara, da cui “Albus” (bianco per eccellenza) = Albana.
Ed infine assaggiate il particolare liquore:
Classico liquore domestico ottenuto dai malli di noce raccolti nella notte di San Giovanni (23 giugno), sezionati e lasciati in infusione nell’alcool puro per un certo periodo. Fondamentale l’invecchiamento di un anno o più, che abbassa il sapore di alcool e rende il liquido rotondo e armonico.