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Pubblicato il libro con racconti e poesie in dialetto con traduzione a fronte. Il ritratto di una Montefiore che non c’è più
Squarci di umanità nei racconti e nelle poesie di Giovanni Martelli. Sono state raccolte in un volumetto dal titolo “I miei amarcord” grazie alla sensibilità del Comune (Maggioli editore, 56 pagine). Già impiegato alle poste, presidente della Pro Loco, sindaco nell’80, a Montefiore e in Valconca, Martelli è molto conosciuto. Scrive Martelli nell’introduzione: “Voglio ricordare il Montefiore della mia infanzia, della mia adolescenza e della mia gioventù, illustrandolo possibilmente in modo scherzoso ed inoffensivo, le sue caratteristiche e proponendo i suoi personaggi, molti scomparsi e tutti insostituibili, che hanno lasciato un simpatico ricordo di nostalgia”.
E’ un libro che dovrebbe stare in tutte le case dei montefioresi e non solo, perché come c’era scritto all’ingresso della scuola di Pitagora “Noi siamo il nostro passato”.
A vria
A vria ciapé per ména tèt i burdel de mond e fé ‘na fila longa cl’abracia i cuntinent e andé da i putent urland a tòta forza che tòt i fiol ié fiol!
A vrìa nu veda piò burdel sla pénza gonfia sora do’ gambie stilie chi occ grand ch’ i guerda e i dmanda snò a campé!
A vria truvé un bel post un post che sia tent grand da mettie drenta insen tòt i burdel de mond i biench, i nir i zall e féi giughé cuntent per féi spirè t’na vita cla dura anche per lor.
A vrìa, tent robie a vrìa ma al so che tòt sti a vria i’arvenza fantasia!
(Ogni poesia ha la traduzione a fronte)
Tratto da “La Piazza di Rimini” Giornale di Riccione – Gennaio 2009
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